Elisabetta Gaudino - psicologa psicoterapeuta EMDR
L’EMDR è un approccio terapeutico riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati.
La sigla sta per “Eye Movement Desensitization and Reprocessing”, cioè “Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari”.
Per comprendere meglio il significato della parola “trauma” possiamo fare riferimento alla sua etimologia: deriva dal greco e vuol dire “ferita”.
Il trauma psicologico è, dunque, una ferita dell’anima.
Ci sono varie esperienze potenzialmente traumatiche a cui possiamo andare incontro nella nostra vita, ma non c’è una matematica corrispondenza tra evento potenzialmente traumatico e la ferita psicologica connessa al trauma.
Molto dipende dalla fase di vita in cui siamo, da come si è formato il nostro carattere fino a quel momento e dal sostegno ambientale di cui sentiamo di poter disporre.
Secondo quanto teorizzato dall’EMDR, possiamo distinguere i traumi in T grandi e t piccoli; con T grande si intende un evento traumatico connesso ad un pericolo di vita per la persona in questione o per i suoi cari, con t si intende un evento relazionale molto disturbante dove non c’è pericolo di vita, come ad esempio un’interazione particolarmente angosciante con i propri genitori durante l’infanzia.
Di solito chi è cresciuto in situazioni di trascuratezza, ha un accumulo di t piccoli, che alla lunga può essere più complesso da trattare di un singolo T grande.
Il cervello umano è naturalmente portato a rielaborare e digerire le emozioni negative connesse al trauma, ma in alcuni casi, queste diventano invadenti e impediscono di condurre una vita normale.
Capita così di rivivere continuamente un determinato evento nei propri pensieri, o che ci torni in mente nei sogni, impedendoci di dormire serenamente.
Questa difficoltà a elaborare il trauma può capitare perché in determinati periodi possiamo sentirci più vulnerabili, più soli, o per un sovraccarico di eventi disturbanti.
L’EMDR è un metodo valido e versatile, dato che dietro a molti disturbi si può ravvisare un passato traumatico; ci sono numerosissime ricerche scientifiche che dimostrano l’efficacia dell’utilizzo dell’EMDR nelle situazioni più disparate, basta guardare la sezione del sito dell’associazione EMDR dedicata a questo, al link https://emdr.it/index.php/ricerca/ ne riporto alcuni esempi:
-pazienti abusatori o dipendenti da sostanze stupefacenti (Barletta, Zaccari, et al.)
-pazienti con HIV a seguito di comunicazione di sieropositività (Perziano)
-pazienti con difficoltà nell’allattamento (Cattaneo, Roveraro et al.)
-pazienti che hanno subito violenza domestica (Ricci, Rocculi et al.)
-disturbi del comportamento alimentare (Zaccagnino, Callerame et al.)
-disturbi di panico (Faretta)